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UN ASILO NEL POSTO SBAGLIATO

28-04-2023 16:03 - News Generiche
Non c’è dubbio che la costruzione degli asili-nido sia una cosa giusta e che lo sia ancora di più a Patti in contrade popolose come quelle intorno a Corso Matteotti (Orti ed Acquafico), che in meno di 50 anni hanno conosciuto una crescita abnorme e tumultuosa, con cui si è occupato ogni spazio edificabile, in una logica del tutto estranea alla qualità della vita degli abitanti. Prive di verde, di marciapiedi, di piazze e di luoghi di ritrovo pubblici, ospitano però molte scuole, il nuovo Tribunale, la Caserma dei Carabinieri e moltissimi negozi (sono senza dubbio l'area più commercializzata di Patti), anche se, dopo il boom di crescita tra gli anni dal 1977 al 2011, hanno visto nel decennio 2011-2021 il maggiore calo degli abitanti (-25,16%) tra le varie zone pattesi, pur tutte più o meno in calo.

Bisogna tenere conto infatti che, dal 2011 ad oggi, è calata in generale a Patti tutta la popolazione, con l’indice di natalità - cioè di nati ogni 1.000 abitanti – sceso da 8,8 a 5,8 e con un saldo naturale di -78 (le nascite cioè sono diventate minori dei decessi), mentre i residenti che vanno via sono oggi più numerosi di quelli che si trasferiscono nella nostra cittadina. Risultano ormai in calo persino i migranti e si sono trasferiti altrove anche molti negozianti cinesi, sensibilissimi all'andamento delle vendite.
In questo contesto la costruzione di nuovi asili nido e di scuole materne appare oggi meno urgente di altri interventi pubblici, ma comprendiamo come nelle sue scelte ogni Comune ed ogni amministrazione tengano ormai conto soprattutto della possibilità di ottenere i mitici finanziamenti esterni (europei, nazionali e regionali), che con le scuole sono sempre generosi.

Date queste premesse, ci sembra comunque del tutto fuori luogo la riesumazione da parte del nuovo Assessore pattese ai Lavori Pubblici di un vecchio progetto della passata Amministrazione, per la costruzione di un asilo nido in contrada Acquafico, soprattutto per due ragioni: 1) l’area interessata (di proprietà ancora privata, ci sembra) è occupata oggi dall'unico boschetto di area urbana rimasto a Patti: il bellissimo uliveto visibile nella foto (e ricordiamo che il PNRR prevede finanziamenti anche per la creazione ed il mantenimento di queste aree boschive urbane); 2) quest’area, (compresa tra l’ex-Arena Adriana, l’Ospedale e la stazione ferroviaria), è una zona di “frana attiva”, interessata direttamente da sempre (e per questo detta dai pattesi “terri forti”) dal passaggio del sistema di faglie sismiche denominato Eolie-Tindari-Letojanni, ben segnalata dai Piani regionali e comunali, tanto che il vecchio Piano Regolatore ha dovuto sottrarla (suo malgrado!) all'edificabilità (il cui volume era pur stato gonfiato da stime errate sulla crescita della popolazione pattese), riservandola ad “opere di urbanizzazione secondaria”, che hanno minore impatto edilizio delle abitazioni.

Ci chiediamo però: ma proprio lì sembra opportuno agli amministratori pattesi (passati e odierni) collocare dei bambini, pur tenendo conto delle rassicurazioni date dal nuovo assessore ai Lavori Pubblici per “l’uso delle più moderne tecnologie in tema di sicurezza e di efficientamento energetico”, di cui già si vantava del resto il precedente detentore della stessa delega, il Sindaco Aquino, dichiarando in un’intervista :“il progetto prevede una struttura dotata di pannelli solari e di sistemi di isolamento termico e di riciclo dell’acqua” e dicendosi sicuro di ottenere un finanziamento, poi mai ottenuto?

Ci appelliamo alla nuova Giunta ed alla Consulta territoriale dei cittadini di quell'area perché riflettano su questa infelice scelta, ma una quota sempre maggiore di pessimismo, che ormai ci pervade, ci spinge a confidare di più in un’invocazione all'antica dea greca Atena, nata già adulta ed in armi dalla testa del padre Zeus, protettrice della saggezza razionale e degli alberi di ulivo, perché illumini le menti e salvi il boschetto.

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