LA GUERRA DEGLI IMPERATORI CONTRO GLI INVISIBILI
25-02-2023 16:11 - News Generiche
La pianura Sarmatica è un immenso bassopiano, che va dagli Urali fino al territorio degli attuali Stati di Bielorussia, Ucraina, Moldavia e Repubbliche baltiche e si prolunga nel Bassopiano Germanico e poi in quello Francese, fino alle sponde dell'Atlantico, coprendo tutta la parte settentrionale dell'Europa.
Percorsa fin dalla preistoria dai popoli Indoeuropei, che portarono con sé l'età del ferro ed una base comune di lingua, cultura e religione, è il luogo fisico in cui si sono combattute le principali guerre europee dal ‘700 (epoca d'inizio della rivoluzione industriale) ad oggi, perché consente grandi battaglie campali e lo spostamento via terra di grandi eserciti, dotati di armi sempre più micidiali, prodotte dalle grandi industrie, che da quelle guerre hanno sempre ricavato profitti e nuova tecnologia. Basti ricordare le guerre napoleoniche, devastanti a livello di perdite umane per il primo uso massiccio dei cannoni, e le battaglie della seconda guerra mondiale, che videro scorrere per la prima volta in queste grandi pianure europee i carri armati.
È sul confine occidentale della Pianura Sarmatica che si è accesa oggi, con lo scontro per l'Ucraina, la concreta minaccia di una nuova guerra in Europa, uno dei pochi territori al mondo rimasti estranei per 80 anni ai conflitti diretti tra Stati, ed i principali protagonisti del possibile scontro sono gli stessi delle guerre napoleoniche e delle 2 mondiali: Francia, Germania e Russia, con l'appoggio esterno dell'Inghilterra e poi degli Anglo-Americani, che chiuderebbero così un perverso gioco incrociato di alleanze: oggi tutti contro la Russia, nella seconda guerra mondiale tutti contro la Germania (ad eccezione dell'Italia mussoliniana) ed in quelle napoleoniche tutti contro la Francia, come ricorda la memorabile battaglia di Austerlitz del 1805, passata alla storia come la “battaglia dei 3 imperatori” (Napoleone, lo zar Alessandro I e Francesco II d'Asburgo), che lasciò sul campo, in un solo giorno, 35.000 tra morti e feriti e fu eternata in letteratura dal grande Tolstoj nel suo “Guerra e Pace”, il romanzo in cui si teorizza l'ineluttabilità dei grandi movimenti dei popoli lungo le pianure Sarmatica, Germanica e Francese.
Ma poco conta quali imperatori vinsero e persero quelle guerre o vinceranno e perderanno quella di oggi, perché i veri sconfitti sono stati sempre gli stessi: gli Invisibili di tutti i paesi, arruolati negli eserciti, vittime civili delle battaglie e dei bombardamenti (“danni collaterali” si dice oggi), ed impoveriti drasticamente da conflitti che, vinti o persi dai diversi stati, hanno sempre arricchito tutte le industrie europee e rafforzato il controllo politico sulle popolazioni.
E veniamo al nodo di oggi, a quella scelta di alleanze orizzontale tra l'Occidente della Nato ed il resto del mondo, che non lascia possibilità alla pace, se non viene rimessa in piedi, svelando la natura verticale del confronto tra Imperatori ed Invisibili. Con chi stai, ti si chiede oggi, con la Russia o con l'Ucraina? Con l'Occidente o con l'Oriente? Con il paese invasore, che ha acceso la scintilla finale dello scontro, o con quello invaso, che si preparava da 8 anni a quello scontro? Sto dalla parte degli Invisibili, risponde chi vuole davvero la pace: i soldati ucraini e russi massacrati in una feroce guerra intestina, i civili più poveri, che non possono scappare dal territorio di guerra, ma restano lì, legati ai loro campi e ai loro animali, imprigionati e torturati da entrambe le parti come collaborazionisti, senza legge e processi,o, se abitano nei paesi ancora estranei al conflitto, si vedono ancora più impoveriti dall'inflazione e dalla polarizzazione della ricchezza, anche per il concentrarsi dell'industria sulle esportazioni di lusso e sui prodotti bellici. Gli strateghi Nato dicono che nessun “imperatore” può vincere oggi questa guerra, ma di sicuro ci sono quelli che dalla guerra trarranno comunque vantaggio e quelli che la guerra la perderanno come sempre. Ed è dalla parte di questi ultimi che si schiera chi vuole ridurre al minimo i loro danni, chiedendo il cessate il fuoco immediato.
Ma cosa possono fare le persone sempre più numerose che si schierano così? Molto lo hanno già fatto, ribaltando le falsità di tutti gli Imperatori, svelando la natura economica del conflitto, che nulla ha a che vedere con la libertà e la democrazia (due cose inesistenti tanto nell'Ucraina che in Russia, in declino ormai nell'Occidente in crisi e mai sperimentate in tanti paesi del Terzo Mondo) ma solo con l'arricchimento delle classi dirigenti di tutti i paesi coinvolti, e scendendo sempre più numerosi a manifestare contro i governi che inviano armi o che pensano alla pace solo come occasione di affari per la ricostruzione. E chissà che la loro voce non costringa tutti gli imperatori a sospendere la guerra contro gli Invisibili di tutti i paesi.
Percorsa fin dalla preistoria dai popoli Indoeuropei, che portarono con sé l'età del ferro ed una base comune di lingua, cultura e religione, è il luogo fisico in cui si sono combattute le principali guerre europee dal ‘700 (epoca d'inizio della rivoluzione industriale) ad oggi, perché consente grandi battaglie campali e lo spostamento via terra di grandi eserciti, dotati di armi sempre più micidiali, prodotte dalle grandi industrie, che da quelle guerre hanno sempre ricavato profitti e nuova tecnologia. Basti ricordare le guerre napoleoniche, devastanti a livello di perdite umane per il primo uso massiccio dei cannoni, e le battaglie della seconda guerra mondiale, che videro scorrere per la prima volta in queste grandi pianure europee i carri armati.
È sul confine occidentale della Pianura Sarmatica che si è accesa oggi, con lo scontro per l'Ucraina, la concreta minaccia di una nuova guerra in Europa, uno dei pochi territori al mondo rimasti estranei per 80 anni ai conflitti diretti tra Stati, ed i principali protagonisti del possibile scontro sono gli stessi delle guerre napoleoniche e delle 2 mondiali: Francia, Germania e Russia, con l'appoggio esterno dell'Inghilterra e poi degli Anglo-Americani, che chiuderebbero così un perverso gioco incrociato di alleanze: oggi tutti contro la Russia, nella seconda guerra mondiale tutti contro la Germania (ad eccezione dell'Italia mussoliniana) ed in quelle napoleoniche tutti contro la Francia, come ricorda la memorabile battaglia di Austerlitz del 1805, passata alla storia come la “battaglia dei 3 imperatori” (Napoleone, lo zar Alessandro I e Francesco II d'Asburgo), che lasciò sul campo, in un solo giorno, 35.000 tra morti e feriti e fu eternata in letteratura dal grande Tolstoj nel suo “Guerra e Pace”, il romanzo in cui si teorizza l'ineluttabilità dei grandi movimenti dei popoli lungo le pianure Sarmatica, Germanica e Francese.
Ma poco conta quali imperatori vinsero e persero quelle guerre o vinceranno e perderanno quella di oggi, perché i veri sconfitti sono stati sempre gli stessi: gli Invisibili di tutti i paesi, arruolati negli eserciti, vittime civili delle battaglie e dei bombardamenti (“danni collaterali” si dice oggi), ed impoveriti drasticamente da conflitti che, vinti o persi dai diversi stati, hanno sempre arricchito tutte le industrie europee e rafforzato il controllo politico sulle popolazioni.
E veniamo al nodo di oggi, a quella scelta di alleanze orizzontale tra l'Occidente della Nato ed il resto del mondo, che non lascia possibilità alla pace, se non viene rimessa in piedi, svelando la natura verticale del confronto tra Imperatori ed Invisibili. Con chi stai, ti si chiede oggi, con la Russia o con l'Ucraina? Con l'Occidente o con l'Oriente? Con il paese invasore, che ha acceso la scintilla finale dello scontro, o con quello invaso, che si preparava da 8 anni a quello scontro? Sto dalla parte degli Invisibili, risponde chi vuole davvero la pace: i soldati ucraini e russi massacrati in una feroce guerra intestina, i civili più poveri, che non possono scappare dal territorio di guerra, ma restano lì, legati ai loro campi e ai loro animali, imprigionati e torturati da entrambe le parti come collaborazionisti, senza legge e processi,o, se abitano nei paesi ancora estranei al conflitto, si vedono ancora più impoveriti dall'inflazione e dalla polarizzazione della ricchezza, anche per il concentrarsi dell'industria sulle esportazioni di lusso e sui prodotti bellici. Gli strateghi Nato dicono che nessun “imperatore” può vincere oggi questa guerra, ma di sicuro ci sono quelli che dalla guerra trarranno comunque vantaggio e quelli che la guerra la perderanno come sempre. Ed è dalla parte di questi ultimi che si schiera chi vuole ridurre al minimo i loro danni, chiedendo il cessate il fuoco immediato.
Ma cosa possono fare le persone sempre più numerose che si schierano così? Molto lo hanno già fatto, ribaltando le falsità di tutti gli Imperatori, svelando la natura economica del conflitto, che nulla ha a che vedere con la libertà e la democrazia (due cose inesistenti tanto nell'Ucraina che in Russia, in declino ormai nell'Occidente in crisi e mai sperimentate in tanti paesi del Terzo Mondo) ma solo con l'arricchimento delle classi dirigenti di tutti i paesi coinvolti, e scendendo sempre più numerosi a manifestare contro i governi che inviano armi o che pensano alla pace solo come occasione di affari per la ricostruzione. E chissà che la loro voce non costringa tutti gli imperatori a sospendere la guerra contro gli Invisibili di tutti i paesi.