IL COMUNE DI PATTI RUBA I GIOCATTOLI AI BAMBINI MIGRANTI?
01-10-2024 18:01 - News Generiche
Uno dei personaggi più noti della storia e della letteratura inglese è l’arciere che “rubava ai ricchi, per dare ai poveri”. A Patti pare sia accaduto, alcuni giorni fa l’inverso: il Comune è intervenuto, infatti, per portare via ai bambini (in gran parte indiani ed albanesi) che vivono in Piazzetta Greco (nel cuore del rione San Nicola-Vuccirìa del Centro Storico) una casetta da gioco, simile a quella della foto, che era stata donata loro da alcuni mesi. L’intervento davvero inconsueto è stato richiesto (non sappiamo in che forma, ma certamente con effetto portentoso) da una nota famiglia che abita nella piazza, per ragioni che non riusciamo davvero a spiegarci.
La piazzetta, accessibile solo da scalinate e perciò assolutamente non carrabile, è da tempo immemorabile luogo di gioco e di ritrovo dei bambini di questo rione, che hanno riempito dello loro voci gioiose le giornate estive ed i primi pomeriggi invernali. Al massimo qualche adulto (se il chiasso cresceva) si affacciava a protestare, o a minacciare il sequestro dei palloni artigianali, ma che il Comune intervenisse (come ci è stato assicurato abbia fatto pochi giorni fa) non era certo mai accaduto. Ed il nostro stupore è ancora più grande perché da due anni quegli stessi bambini sono stati condannati dal Comune a vivere e giocare in un persistente odore di fogna, che arriva da un portone poco distante (anche questo di proprietà di un’altra nota famiglia pattese), da cui il liquame fuoriesce a cielo aperto.
Dobbiamo dire che non ci stupisce il fatto che queste famiglie (che non sfuggono ad ataviche presunzioni spagnolesche o al prestigio di appartenenza a indefinite consorterie di potere) ritengano gli spazi pubblici antistanti le proprie case come cortili privati, di cui disporre a loro piacimento. Ci chiediamo invece com'è possibile che amministrazioni moderne continuino a discriminare in modo così eclatante tra cittadini di serie A e di serie B. Ci chiediamo ad esempio com'è possibile che i rami secchi di un albero di Giuda della Piazza, tagliati e lasciati a terra, siano rimasti lì, nonostante le reiterate richieste di intervento fatte non solo dagli abitanti, ma anche dall'Associazione Quasimodo (che ha dovuto rinunziare ad usare Piazzetta Greco durante la “Notte per la Cultura”) finché non è tornata dalle ferie gente che evidentemente conta più dei comuni mortali (“tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, ma alcuni sono più uguali degli altri” come ironizzava amaramente George Orwell). E ci chiediamo in base a quale regolamento comunale o a quale criterio sia stata portata via la casetta. Abuso edilizio? Questa si che è una bella lotta alla speculazione, in un paese pieno degli scheletri in cemento di edifici in attesa di provvidenziali sanatorie! Occupazione di suolo pubblico? Se questo è il criterio aspettiamo che il camion del Comune venga a caricare, nel retrostante Largo Fontana Vecchia, le piante con cui la stessa famiglia a cui dava fastidio la casetta dei bambini occupa buona parte dello spazio pubblico. E dove è stata portata? Tra i rifiuti ingombranti? Al deposito Comunale? Per coerenza e per chiudere il cerchio potrebbe essere stata donata a bambini ricchi con giardino privato o con case abbastanza grandi da ospitarla all'interno, al contrario di quelle dei bimbi della piazzetta, piccole e ritenute abitabili solo per compiacere gli antichi proprietari che le affittano senza temere controlli di alcun genere.
Insomma, è stata data a questi bambini, venuti nel nostro paese per vivere i benefici della civilissima società occidentale davvero una bella lezione dei “nostri valori”. Ora chiusi in casa, zittiti, spaventati, privati in modo violento e del tutto illegale di un innocuo passatempo, aspetteranno di diventare un giorno almeno cittadini di serie B.
La piazzetta, accessibile solo da scalinate e perciò assolutamente non carrabile, è da tempo immemorabile luogo di gioco e di ritrovo dei bambini di questo rione, che hanno riempito dello loro voci gioiose le giornate estive ed i primi pomeriggi invernali. Al massimo qualche adulto (se il chiasso cresceva) si affacciava a protestare, o a minacciare il sequestro dei palloni artigianali, ma che il Comune intervenisse (come ci è stato assicurato abbia fatto pochi giorni fa) non era certo mai accaduto. Ed il nostro stupore è ancora più grande perché da due anni quegli stessi bambini sono stati condannati dal Comune a vivere e giocare in un persistente odore di fogna, che arriva da un portone poco distante (anche questo di proprietà di un’altra nota famiglia pattese), da cui il liquame fuoriesce a cielo aperto.
Dobbiamo dire che non ci stupisce il fatto che queste famiglie (che non sfuggono ad ataviche presunzioni spagnolesche o al prestigio di appartenenza a indefinite consorterie di potere) ritengano gli spazi pubblici antistanti le proprie case come cortili privati, di cui disporre a loro piacimento. Ci chiediamo invece com'è possibile che amministrazioni moderne continuino a discriminare in modo così eclatante tra cittadini di serie A e di serie B. Ci chiediamo ad esempio com'è possibile che i rami secchi di un albero di Giuda della Piazza, tagliati e lasciati a terra, siano rimasti lì, nonostante le reiterate richieste di intervento fatte non solo dagli abitanti, ma anche dall'Associazione Quasimodo (che ha dovuto rinunziare ad usare Piazzetta Greco durante la “Notte per la Cultura”) finché non è tornata dalle ferie gente che evidentemente conta più dei comuni mortali (“tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, ma alcuni sono più uguali degli altri” come ironizzava amaramente George Orwell). E ci chiediamo in base a quale regolamento comunale o a quale criterio sia stata portata via la casetta. Abuso edilizio? Questa si che è una bella lotta alla speculazione, in un paese pieno degli scheletri in cemento di edifici in attesa di provvidenziali sanatorie! Occupazione di suolo pubblico? Se questo è il criterio aspettiamo che il camion del Comune venga a caricare, nel retrostante Largo Fontana Vecchia, le piante con cui la stessa famiglia a cui dava fastidio la casetta dei bambini occupa buona parte dello spazio pubblico. E dove è stata portata? Tra i rifiuti ingombranti? Al deposito Comunale? Per coerenza e per chiudere il cerchio potrebbe essere stata donata a bambini ricchi con giardino privato o con case abbastanza grandi da ospitarla all'interno, al contrario di quelle dei bimbi della piazzetta, piccole e ritenute abitabili solo per compiacere gli antichi proprietari che le affittano senza temere controlli di alcun genere.
Insomma, è stata data a questi bambini, venuti nel nostro paese per vivere i benefici della civilissima società occidentale davvero una bella lezione dei “nostri valori”. Ora chiusi in casa, zittiti, spaventati, privati in modo violento e del tutto illegale di un innocuo passatempo, aspetteranno di diventare un giorno almeno cittadini di serie B.
Da parte nostra faremo naturalmente quanto ci è possibile per far tornare al suo posto la loro colorata casetta.