La foto della settimana n°106: UN DELITTO PREMEDITATO
17-06-2016 18:17 - La foto della settimana
La palma grande della Villa Comunale di Patti, che vantava 30 metri di altezza e 150 anni (perché trapiantata qui nel 1870, ma nata alcuni anni prima lungo il torrente Provvidenza, tra i rioni antichi di Pollini e San Michele) non svetterà più sul nostro Centro Storico: è stata fatta a pezzi stamattina, come era toccato 2 anni fa a quella accanto.
L´amministrazione Aquino inaugura così il suo secondo quinquennio di governo cittadino, in piena coerenza con il primo, eliminando in un colpo solo un bellissimo albero ed un simbolo molto caro della storia pattese, ma questa volta, dopo il taglio illegale degli 11 tigli di Piazza Niosi, si premunisce con un´ordinanza sindacale e con il parere di un esperto.
La palma aveva retto ieri, con la sua consueta elasticità, alle terribili raffiche di scirocco, festeggiate da tanti piromani siciliani. Per lei si è scelta una morte più lenta: è bastato non curarla per due anni e poi farsi certificare dallo stesso agronomo, che per due anni l´ha trascurata (nonostante le molte segnalazioni dei cittadini), un comodo certificato di morte, pagato euro 662,20, che sommati ai 3.660,00 pagati alla ditta per il taglio sarebbero bastati ed avanzati per salvaguardare una delle più belle palme d´Italia. Sulla premeditazione non abbiamo dubbi, considerati i precedenti tentativi di taglio (sempre con la scusa della pubblica incolumità), l´assenza di interventi di cura, la mancata iscrizione nell´albo regionale degli alberi secolari e l´accanimento evidente che la nostra amministrazione mostra in generale contro gli alberi: nell´ultimo quinquennio sono decine e decine quelli tagliati alla base o capitozzati così male da comprometterne per sempre la ripresa. Grande riguardo per le erbe infestanti, che si lasciano crescere rigogliose, ad eccezione di qualche rapido taglio di facciata, che ne favorisce anzi la ricrescita, ma gli alberi no, sono oggetto di un astio profondo: sporcano con le foglie, macchiano con i fiori e le bacche, fanno danni con le radici, nascondono la prospettiva delle piazze. Potremmo ipotizzare un complesso contro qualunque cosa si teme faccia ombra, ma più semplicemente si tratta dell´incapacità di comprendere la bellezza di un albero che ondeggia al vento, il maestoso silenzio che dovrebbe dominare la frescura di una villa cittadina, l´armonia delle piante che si incrociano a varie altezze, il gioco cromatico delle bordure fiorite. Una bellezza impossibile da comprendere per chi concepisce l´ambiente urbano come un deserto di cemento ed occupa i parchi con inutili planetari, perché non è in grado di guardare direttamente il cielo stellato.
L´amministrazione Aquino inaugura così il suo secondo quinquennio di governo cittadino, in piena coerenza con il primo, eliminando in un colpo solo un bellissimo albero ed un simbolo molto caro della storia pattese, ma questa volta, dopo il taglio illegale degli 11 tigli di Piazza Niosi, si premunisce con un´ordinanza sindacale e con il parere di un esperto.
La palma aveva retto ieri, con la sua consueta elasticità, alle terribili raffiche di scirocco, festeggiate da tanti piromani siciliani. Per lei si è scelta una morte più lenta: è bastato non curarla per due anni e poi farsi certificare dallo stesso agronomo, che per due anni l´ha trascurata (nonostante le molte segnalazioni dei cittadini), un comodo certificato di morte, pagato euro 662,20, che sommati ai 3.660,00 pagati alla ditta per il taglio sarebbero bastati ed avanzati per salvaguardare una delle più belle palme d´Italia. Sulla premeditazione non abbiamo dubbi, considerati i precedenti tentativi di taglio (sempre con la scusa della pubblica incolumità), l´assenza di interventi di cura, la mancata iscrizione nell´albo regionale degli alberi secolari e l´accanimento evidente che la nostra amministrazione mostra in generale contro gli alberi: nell´ultimo quinquennio sono decine e decine quelli tagliati alla base o capitozzati così male da comprometterne per sempre la ripresa. Grande riguardo per le erbe infestanti, che si lasciano crescere rigogliose, ad eccezione di qualche rapido taglio di facciata, che ne favorisce anzi la ricrescita, ma gli alberi no, sono oggetto di un astio profondo: sporcano con le foglie, macchiano con i fiori e le bacche, fanno danni con le radici, nascondono la prospettiva delle piazze. Potremmo ipotizzare un complesso contro qualunque cosa si teme faccia ombra, ma più semplicemente si tratta dell´incapacità di comprendere la bellezza di un albero che ondeggia al vento, il maestoso silenzio che dovrebbe dominare la frescura di una villa cittadina, l´armonia delle piante che si incrociano a varie altezze, il gioco cromatico delle bordure fiorite. Una bellezza impossibile da comprendere per chi concepisce l´ambiente urbano come un deserto di cemento ed occupa i parchi con inutili planetari, perché non è in grado di guardare direttamente il cielo stellato.
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