IL COMUNE INVISIBILE
24-07-2016 10:52 - Open Patti: documenti condivisi
L´amministrazione dell´ente territoriale di base dello Stato Italiano si chiama Comune (come in molti altri paesi europei) perché è finalizzata alla gestione del territorio pubblico, di servizi essenziali uguali per tutti i cittadini e dell´assistenza a quelli più svantaggiati. Il Comune assolve a queste funzioni utilizzando i soldi pagati dai cittadini (tasse, tariffe, multe, ecc.) e le dotazioni statali e regionali. Un compito secondario è quello di indirizzare l´impresa privata tramite un´attività di controllo, autorizzazione ed agevolazione delle iniziative private rivolte al bene comune.
Che accade se invece l´ente locale diventa un semplice gestore di interessi privati o se eroga i propri servizi in maniera diseguale, tenendo conto delle contiguità politiche ed agevolando solo alcuni portatori di interessi?
Accade che lo Stato si dissolve e la rappresentanza politica si trasforma in aperta conquista del potere, in prepotenza esercitata in nome di una maggioranza di votanti che sempre meno equivale alla maggioranza dei cittadini elettori.
Il passaggio dalla forma ideale a quella peggiore è naturalmente costellato da una serie di gradazioni e sfumature, ma talora la coincidenza degli eventi è tale da far pensare di aver toccato il fondo.
Che dire, infatti, se, come accade a Patti, i primi atti pubblici di un´amministrazione, coronati dal consenso di una maggioranza assoluta in Consiglio, sono variazioni del Piano Regolatore (scaduto da anni e in attesa di una revisione generale che non sembra all´ordine del giorno dell´amministrazione) ad esclusivo vantaggio di imprese private di discutibile utilità pubblica? Se la gestione degli eventi comunali assume un profilo sempre più modesto? Se l´erogazione dei servizi pubblici si profila minacciosamente selettiva? Se chi ha appena finito di fare campagna elettorale per il Sindaco si ripresenta con la veste del cittadino comune, per applaudire a qualunque iniziativa dell´amministrazione e per mettere a tacere qualunque critica ed osservazione? Se un privato cittadino, in attesa di una decisione a proprio favore del Consiglio Comunale, può permettersi senza conseguenze di interrompere la seduta, insultando e minacciando un Consigliere d´opposizione durante il suo intervento, come attesta la Delibera di Consiglio che alleghiamo a fondo pagina?
Accade che il Paese, adeguandosi alla sparizione della gestione comune, appare quasi deserto (perché i cittadini cercano altrove ciò che questo territorio non offre), che lo spirito di comunità svanisce e che la comunità si trasforma in semplice coabitazione, mentre l´emigrazione appare come una soluzione sempre più felice.
Vogliamo sperare che quanto sta accadendo in questi giorni sia un momentaneo strascico della campagna elettorale e che la situazione ritrovi un equilibrio accettabile. Nello stesso tempo invitiamo tutti i cittadini (al di là della minoritaria maggioranza dei votanti), a ritrovare la voglia di dire ciò che pensano e vogliono ed a ritrovare il coraggio e il desiderio di contare ancora nelle scelte di gestione del proprio territorio.
Che accade se invece l´ente locale diventa un semplice gestore di interessi privati o se eroga i propri servizi in maniera diseguale, tenendo conto delle contiguità politiche ed agevolando solo alcuni portatori di interessi?
Accade che lo Stato si dissolve e la rappresentanza politica si trasforma in aperta conquista del potere, in prepotenza esercitata in nome di una maggioranza di votanti che sempre meno equivale alla maggioranza dei cittadini elettori.
Il passaggio dalla forma ideale a quella peggiore è naturalmente costellato da una serie di gradazioni e sfumature, ma talora la coincidenza degli eventi è tale da far pensare di aver toccato il fondo.
Che dire, infatti, se, come accade a Patti, i primi atti pubblici di un´amministrazione, coronati dal consenso di una maggioranza assoluta in Consiglio, sono variazioni del Piano Regolatore (scaduto da anni e in attesa di una revisione generale che non sembra all´ordine del giorno dell´amministrazione) ad esclusivo vantaggio di imprese private di discutibile utilità pubblica? Se la gestione degli eventi comunali assume un profilo sempre più modesto? Se l´erogazione dei servizi pubblici si profila minacciosamente selettiva? Se chi ha appena finito di fare campagna elettorale per il Sindaco si ripresenta con la veste del cittadino comune, per applaudire a qualunque iniziativa dell´amministrazione e per mettere a tacere qualunque critica ed osservazione? Se un privato cittadino, in attesa di una decisione a proprio favore del Consiglio Comunale, può permettersi senza conseguenze di interrompere la seduta, insultando e minacciando un Consigliere d´opposizione durante il suo intervento, come attesta la Delibera di Consiglio che alleghiamo a fondo pagina?
Accade che il Paese, adeguandosi alla sparizione della gestione comune, appare quasi deserto (perché i cittadini cercano altrove ciò che questo territorio non offre), che lo spirito di comunità svanisce e che la comunità si trasforma in semplice coabitazione, mentre l´emigrazione appare come una soluzione sempre più felice.
Vogliamo sperare che quanto sta accadendo in questi giorni sia un momentaneo strascico della campagna elettorale e che la situazione ritrovi un equilibrio accettabile. Nello stesso tempo invitiamo tutti i cittadini (al di là della minoritaria maggioranza dei votanti), a ritrovare la voglia di dire ciò che pensano e vogliono ed a ritrovare il coraggio e il desiderio di contare ancora nelle scelte di gestione del proprio territorio.
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