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GIÙ LE MANI DALL’AREA FORESTALE!

27-02-2020 10:16 - News Generiche
Dopo aver degradato irrimediabilmente, in pochi anni, il patrimonio arboreo della Villa e del Parco Comunali, l’Amministrazione pattese decide, con un ultimo colpo di coda, di distruggere anche la vasta zona verde ex-Forestale, che si estende per più di 3.000 mq nel cuore del nostro paese.
Il nostro infelice assessore al verde, infatti, ha già steso il suo infausto “pollice nero” sul tratto a ridosso dell’ex-palestra comunale di Via Mazzini (ma avete notato quante cose “ex” ci sono oggi a Patti?), in cui nei giorni scorsi ogni traccia di verde è stata estirpata, incendiata e frettolosamente bitumata (ovvero, nel linguaggio di “pollice nero”, “riqualificata”!), per creare un’irregolare spianata, ottimisticamente definita “parcheggio”, che verosimilmente si sbriciolerà, come di consueto, alle prime piogge, mostrando tutti i difetti dei “lavori in economia”, affidati da questa amministrazione alle sue “ditte di fiducia”. In questo caso si trattava poi della solita impresa edile, che da mesi imperversa, agli ordini diretti del nostro inesperto assessore, a distruzione (ovvero “manutenzione”!) del verde pubblico, utilizzando i nuovi fondi della tassa di soggiorno, che pare sia stata istituita solo per lasciare mano libera a “pollice nero”.
L’assessore e le sue ditte hanno buttato giù così, (senza alcuna ordinanza d’urgenza) molti alberi d’alto fusto dell’area urbana (per definizione “pericolosissimi”) o li hanno condannati a morte lenta con le ripetute e spietate capitozzature fuori stagione.
Oggi la titolare del verde pubblico, che è anche Vice-sindaco e parla a nome di tutta l’Amministrazione (e ci dispiace davvero notare quanto poco conti, nella cattiva gestione del patrimonio pubblico, la differenza di sesso tra i politici!) ci fa sapere a mezzo stampa che il progetto sull'area Forestale è molto più radicale e complessivo e comporterà un totale stravolgimento di questa splendida area verde. E fa sorridere (se non ci fosse da piangere) la sua lode di “alcuni alberi di pregio” che vi si trovano e che “andranno valorizzati” nella nuova zona “bonificata”, perché, tradotta in termini espliciti, la “valorizzazione” di cui parla vuol dire che, siccome le è stato impedito dalla Forestale, nei giorni scorsi, di buttare giù tutte le presenze arboree (come senza dubbio avrebbe preferito) ha deciso di isolare gli alberi ineliminabili, chiudendoli nei consueti loculi di cemento, in cui boccheggiano qua e là sparuti altri alberi pattesi (e il pensiero corre doloroso ai tristi ulivi-bonsai prima del ponte di ingresso a Patti Marina).
E non pensiate che le nostre previsioni siano ingiuste: come dare credito, infatti, a chi è convinto che gli alberi urbani non debbano superare i due metri complessivi di altezza, che l’erba non vada tagliata ma rasa al suolo o diserbata (a proposito: si sono utilizzati diserbanti in questa operazione?), che arbusti e piante siano solo una forma di “sporcizia” da rimuovere senza distinzioni (ovvero, appunto, da “bonificare”)?
Ma leggendo attentamente nel comunicato-stampa si capisce che tanto furore distruttivo, questa volta, non è fine a se stesso, perché il “progetto” (in linea con la convinzione di questa Amministrazione che l’unico uso possibile degli spazi verdi pubblici sia quello di ospitare bar e ristoranti) prevede l’istallazione di “tavoli e panche di legno” per “fare picnic all’aria aperta”, a pochi metri dal nuovo parcheggio e dall'Ospedale pattese. Ci chiediamo: si intende predisporre questi spazi esterni, a spese pubbliche (come già si è fatto “riqualificando” sulla carta l’amianto di copertura del vicino ex-palazzetto) a vantaggio di qualche privato, intenzionato a sfruttare la platea dei visitatori dell’ospedale, per creare una zona-ristoro? Altro che servizio alla cittadinanza! Altro che passeggiate nel verde diserbato!
Ci auguriamo che le autorità forestali non si prestino a questa bassa speculazione pre-elettorale e che tutelino l’ultima area verde rimasta in paese (dopo che Parco e Villa Comunale sono stati “bonificati” e poi abbandonati senza alcun controllo pubblico agli altalenanti umori dei privati che "ne gestiscono" (?) i chioschi).
Ci auguriamo che non si lasci spazio ad un’Amministrazione che non ha capito nulla delle nuove tendenze dell’investimento pubblico, dato che continua a ridurre il verde e ad incoraggiare il trasporto privato.
Ci auguriamo che gli amministratori pubblici, che distruggono metodicamente i beni comuni, siano prima o poi tenuti a risarcire di tasca propria il danno arrecato alla cittadinanza ed ai territori distruggendo il valore di un patrimonio arboreo, che impiegherà anni ed anni per essere ripristinato.



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