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LA STORIA INVISIBILE

01-08-2023 16:56 - Cenni storici
Inizia oggi il mese di agosto e si compiono quest'anno 80 anni da quell'estate del 1943, in cui i bombardamenti anglo-americani spianarono la strada all'arrivo dei “liberatori”, portando a Patti morte e distruzione e preannunciando il definitivo tramonto della società contadina, che per secoli l'aveva contraddistinta, senza proporvi altre alternative se non l'emigrazione o il peggioramento delle condizioni di vita degli Invisibili. La nostra Associazione ricorda con giusto orgoglio il fatto che, grazie al modo in cui abbiamo scelto di collocarci nella società pattese (dalla parte degli Invisibili) abbiamo squarciato dieci anni fa con un'inchiesta sociologica ed una accurata ricerca documentale, il vergognoso silenzio con cui i Visibili al potere nel nostro paese avevano nascosto a Patti per 70 anni la verità di quei giorni.

Dal 9 al 13 agosto del 1943 gli aerei anglo-americani bombardano Patti, radendo al suolo soprattutto i rioni più vicini al torrente Provvidenza. I morti sono tanti, anche perché dopo aver sganciato le bombe gli aerei alleati passano bassi a mitragliare chi fugge. Per 70 anni amministratori ed intellettuali pattesi hanno negato ostinatamente questa verità, seppellendo sotto un cumulo di menzogne quei corpi straziati che gli alleati, una volta entrati in paese, si erano affrettati a seppellire sotto colate di cemento. Nel 2013, però, la nostra Associazione, grazie ad un'inchiesta tra gli anziani del Centro Storico (basata sulla raccolta delle loro “storie di vita”), ha confermato i loro ricordi, che per settantanni erano stati ripetutamente smentiti e sbeffeggiati dalla società “visibile”, riscontrando nell'Archivio Comunale la morte di alcune delle tante vittime, avvenuta in quei 5 giorni di stragi, ma trascritta, senza indicarne la causa, solo molti mesi dopo l'evento.

Perché tanta ostilità contro quella verità pur ribadita e custodita per tanti anni dagli Invisibili dei rioni storici? Due le ragioni principali: servilismo verso i “liberatori” anglo-americani da parte delle classi dirigenti pattesi e noncuranza verso vittime in gran parte appartenenti ai ceti più poveri e per lo più donne, bambini o anziani. “Cose da niente”, su cui mentire costa poco e per cui non vale certo la pena di mettersi contro i vincitori americani. Persino l'unico intellettuale pattese (Michele Mancuso) che aveva riportato, in un suo saggio, la notizia della morte (definita “isolata”) di una famigliola di 9 persone nel paese confinante di Montagna Reale, aveva scelto di farlo in forma anonima, anche se in quel paese all'anagrafe risultava da sempre chiaramente per loro la causa di morte: “vittime di raid aereo nemico”.

Solo “Il Paese Invisibile” ha potuto provare quella verità storica negata, perché solo la nostra Associazione ha dato più credito e peso ai testimoni diretti che alle “carte” falsate di amministratori e storici locali ed ostinatamente ha ricercato per quelle testimonianze il riscontro documentale di nomi e circostanze. A pochi giorni dall'ottantesimo anniversario di quella strage invisibile vogliamo ricordare con orgoglio il fatto che esistono sempre due versioni storiche: quella dei vinti e quella dei vincitori, quella dei poveri e quella delle classi dirigenti. Per trovare la verità occorre allora innanzitutto scegliere da che parte stare e non lasciarsi chiudere gli occhi dal potere di turno: senza questo coraggio, la storia resta a metà, come è avvenuto per 70 anni a Patti.

Ricordiamo ancora i nomi delle 14 vittime civili che abbiamo identificato 10 anni fa a Patti ed a cui abbiamo dedicato allora una lapide, affissa tuttora sulla facciata del Municipio, (grazie al sostegno dell'architetto Paola Sarasso, in quei giorni dirigente del Rotary Club di Patti, e della ditta “Marmi Furnari”): Angela Genovese, di 45 anni, caduta nel rione San Michele insieme alla figlia sedicenne, Maria Cappadona Sciammetta, e a Provvidenza Baeli, di 83 anni; Giuseppa Colletti, di 58 anni, uccisa a Valle Tindari, Maria Amelia Accordino Fortunato, raggiunta in contrada Monte dai colpi delle navi inglesi, Nunzio Cottone, di 80 anni, colpito nel rione di San Leonardo, Maria Tindara Pichilli, di 37 anni, uccisa da una bomba insieme al figlioletto Carmelo Benedetti, di 4 anni, nel rione di Pollini, Maria Cannavò, di 40 anni, saltata in aria insieme ai figli Carmelo e Giovanna Perrotta, di 6 e 2 anni, nel rione Orti, dove sono morti anche Giovanni Callia D'Iddio di 83 anni, insieme alla moglie Giuseppa Pinto Vraga, di 77 anni, e Maria Gregorio, di 69 anni. E ringraziamo i testimoni diretti, già allora ormai sull'ottantina, oggi in parte purtroppo scomparsi, che ci hanno consentito di identificare con esattezza queste vittime civili: le parole di alcuni di loro sono state registrate nel bel filmato di Nino Cadili: “Patti sotto le bombe del '43”, di cui diamo a fine testo il link, invitandovi a vederlo o a rivederlo. Le testimonianze non meno essenziali di altri pattesi e di alcuni cittadini di Montagna Reale sono state invece raccolte su registratore da Gloria Faustini, perché non hanno voluto lasciarsi filmare. Ringraziamo anche lo studioso Sebastiano Parisi, che nel suo recente saggio su “Le operazioni militari da Brolo a Messina durante la II^ guerra mondiale” , ha citato la nostra inchiesta come fonte primaria per l'attestazione di vittime civili anche a Patti sotto i bombardamenti aerei dell'agosto '43 e l'intervista della Signora Alba Fortunato, tratta dal filmato di Cadili, come conferma dell'attività della flotta inglese nel Golfo di Patti.

In una fase storica in cui la “guerra tra la gente” dilaga su tanti fronti, con una Terza Guerra Mondiale strisciante, che coinvolge ampiamente i civili in tutto il mondo, invitiamo tutti a non fidarsi della propaganda degli Stati e di avere la pazienza di cercare di capire dinamiche ed interessi che perseguono come sempre l'interesse economico dei più forti, schierandosi non con questo o quel governo, ma solo dalla parte di chi non sta al potere e la guerra la subisce soltanto, a qualunque fronte appartenga.

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