Porta San Michele: crolla un tratto delle mura trecentesche
15-09-2015 09:43 - Cenni storici
E´ crollato ieri notte un buon tratto delle mura che contornano Porta San Michele, l´unica porta aragonese rimasta in piedi nel Centro Storico di Patti. E´ crollato senza aspettare quel restauro tanto sbandierato da almeno due anni e che forse subirà un ulteriore rinvio, se la Soprintendenza dovrà rivedere, alla luce dei nuovi danni, le modalità di intervento.
E´ dal 1284 che Porta San Michele segna il confine occidentale del Centro Storico di Patti, dominando il torrente Provvidenza, protetta da una parte da un tratto avanzato delle mura (quello crollato ieri) e dall´altra dal muro a semicerchio del rivellino, in cui si staglia ancora una delle feritoie di controllo.
Aveva retto nel Medioevo ad assedi francesi e spagnoli e poi, alle soglie dell´età moderna, all´incursione devastante dei pirati turchi. Era sopravvissuta unica, tra le 5 porte aragonesi, persino all´ultimo sfregio: il bombardamento alleato del 1943, che dal cielo e dal mare rase al suolo il rione in cui sorge e buona parte delle vecchie mura, privandola solo del massiccio portone di legno, di cui restano oggi solo tracce di cardini e di architravi.
Dopo quel bombardamento, mentre il governo alleato dell´Amgot e i soldi del Piano Marshall aprivano anche a Patti l´economia capitalista (che qui si è mostrata più come speculazione edilizia e come ipertrofia del settore terziario che come industrialismo), la vecchia Porta è rimasta in custodia degli Invisibili pattesi, quegli abitanti dei rioni, decimati costantemente dall´emigrazione, che l´hanno mantenuta viva e frequentata, passando sotto il suo antico arco in sesto acuto per raggiungere il fiume, il cimitero, il santuario febroniano dell´Acquasanta e le nuove contrade di cemento e supermercati, che sempre più numerose (soprattutto dopo il terremoto del 1978), sono sorte sulla sponda occidentale del torrente.
Erano loro, ieri, i soli ad aggirarsi tra le macerie, precariamente precluse dai vigili del fuoco, in ansia come al letto di un familiare gravemente ammalato e increduli per la totale indifferenza del Paese Visibile.
E´ dal 1284 che Porta San Michele segna il confine occidentale del Centro Storico di Patti, dominando il torrente Provvidenza, protetta da una parte da un tratto avanzato delle mura (quello crollato ieri) e dall´altra dal muro a semicerchio del rivellino, in cui si staglia ancora una delle feritoie di controllo.
Aveva retto nel Medioevo ad assedi francesi e spagnoli e poi, alle soglie dell´età moderna, all´incursione devastante dei pirati turchi. Era sopravvissuta unica, tra le 5 porte aragonesi, persino all´ultimo sfregio: il bombardamento alleato del 1943, che dal cielo e dal mare rase al suolo il rione in cui sorge e buona parte delle vecchie mura, privandola solo del massiccio portone di legno, di cui restano oggi solo tracce di cardini e di architravi.
Dopo quel bombardamento, mentre il governo alleato dell´Amgot e i soldi del Piano Marshall aprivano anche a Patti l´economia capitalista (che qui si è mostrata più come speculazione edilizia e come ipertrofia del settore terziario che come industrialismo), la vecchia Porta è rimasta in custodia degli Invisibili pattesi, quegli abitanti dei rioni, decimati costantemente dall´emigrazione, che l´hanno mantenuta viva e frequentata, passando sotto il suo antico arco in sesto acuto per raggiungere il fiume, il cimitero, il santuario febroniano dell´Acquasanta e le nuove contrade di cemento e supermercati, che sempre più numerose (soprattutto dopo il terremoto del 1978), sono sorte sulla sponda occidentale del torrente.
Erano loro, ieri, i soli ad aggirarsi tra le macerie, precariamente precluse dai vigili del fuoco, in ansia come al letto di un familiare gravemente ammalato e increduli per la totale indifferenza del Paese Visibile.