21 Novembre 2024

PORTA NUOVA al CENTRO STORICO: come si rovina un progetto

Ignoranza o mala fede? E' questo il dubbio, a leggere il resoconto della Conferenza di Servizi, sollecitata dal Comune di Patti e tenuta a Palermo qualche settimana fa, nel tentativo di accelerare l'iter di approvazione del progetto per la “Riqualificazione funzionale ed estetica della Via Porta Nuova”, che pretenderebbe di conciliare la “memoria storica ed architettonica” con l'esigenza di una “via di fuga” dal Centro Storico in caso di calamità, ovvero, detto più chiaramente, di aggirare le limitazioni essenziali per un'area architettonica trecentesca e realizzare l'apertura alle auto di quel tratto delle antiche mura, promessa dal Sindaco per la sua rielezione del 2016.
Un iter progettuale partito da una più che condivisibile intuizione dell'Ufficio Tecnico pattese, rigorosamente ancorata all'antico tracciato e basata su materiali ed interventi compatibili con la natura storica e geologica del luogo, ma poi forzato dall'Amministrazione verso una direzione del tutto diversa, mirante a rendere carrabile l'antica salita medievale, con la creazione per di più di due inutili mega-parcheggi, grazie ad un metodo ormai consolidato (e puntualmente fallimentare!), con cui il Sindaco modifica i tanti progetti urbanistici accumulati “nel cassetto” in questi anni (per una cifra complessiva che varrebbe la pena di quantificare, considerato che ognuno è stato pagato circa 10.000 euro), attraverso un arbitrario copia-incolla, che stravolge ed umilia l'opera dei tecnici, ma che fortunatamente finora non è mai stato premiato dai sospirati finanziamenti oppure è stato fermato nelle prime fasi di implementazione, per le inevitabili carenze o peggio aberrazioni tecniche (così è stato, ad esempio, nel 2018, per il progetto di Museo Diffuso redatto nel 2012 dall'architetto Fornasari, da cui l'Amministrazione aveva attinto solo qualche idea di facciata, tradendo del tutto il senso complessivo del piano, solo per realizzare, con finanziamenti regionali, un parcheggio accanto al sempre mal utilizzato convento di San Francesco, radendo al suolo parte degli antichi rioni).
Nel corso della Conferenza di servizi, tenuta a Palermo per Via Porta Nuova (di cui alleghiamo il resoconto nel documento allegato in basso), il “Commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico regionale” (una nuova figura istituzionale, creata 6 anni fa dal Governo Renzi, per accelerare gli investimenti pubblici), lungi dal poter assecondare questo ennesimo tentativo di forzatura da parte dell'Amministrazione pattese sulla ristrutturazione di Via Porta Nuova, non ha potuto che prendere atto del significativo silenzio-dissenso della Soprintendenza di Messina e delle richieste di supplemento di indagini tecniche del Genio Civile peloritano.
Certo la Soprintendenza, dopo essere stata coinvolta nell'infelice ristrutturazione di Porta San Michele (che ha cancellato di fatto ogni traccia dell'antico reperto), dopo essere rimasta del tutto inascoltata sulla ristrutturazione del settecentesco basolato lavico di Via Roma (che purtroppo non ha impedito, ma per la quale si è ben guardata poi dal firmare la conclusione dei lavori), e dopo aver lasciato cementificare a parcheggio, qualche mese fa, un tratto di Via XX Settembre, all'interno della più antica fascia muraria (dove sono stati rasi al suolo i resti di alcuni antichi palazzi bombardati dagli alleati nel 1943 e dove non si è potuta tollerare solo la distruzione di un antico arco di pietra), oggi tace sull'ennesimo tentativo di sventrare il tracciato dell'antica cinta muraria, per fare largo ai due megaparcheggi e trasformare in carrabile l'antica via d'accesso dal fiume Provvidenza all'arabo rione de “i Poddini”.
Parla, invece, e richiede studi seri e progettazioni rigorose il Genio Civile, che già nel luglio del 2018 aveva bacchettato l'attuale amministrazione pattese sulla sua colpevole tolleranza verso alcune costruzioni abusive nell'alveo e sugli argini dei due fiumi pattesi (Provvidenza e Timeto) e che, su sollecitazione delle Consulte Territoriali dei cittadini, aveva preteso una viabilità più attenta nei varchi di attraversamento del Provvidenza, da sempre a rischio inondazioni (vedi sotto la segnalazione di allora del Genio Civile al Comune di Patti). Oggi chiede innanzitutto (come si può leggere nella sua richiesta ufficiale, allegata alla Conferenza di Servizio) di conoscere con certezza “i soggetti ufficialmente intervenuti nell'elaborazione del progetto” (una richiesta significativa, che va al di là delle successive precisazioni formali fatte dal Comune e che adombra il sospetto di quel metodo “copia-incolla” ad arbitrio dei politici, di cui parlavamo all'inizio) e pretende l'integrazione nel progetto di numerosi documenti tecnici (relazione geologica, planimetrie più precise sullo sconfinamento dei parcheggi nella zona storica, sezioni stradali trasversali e soprattutto verifiche di stabilità del pendio e delle controripe – altro che mitigazione del dissesto idrogeologico! -, ed infine modalità di raccolta ed allontanamento delle acque piovane).
Senza questi approfondimenti e senza un parere ufficiale della Soprintendenza, il progetto non potrà invocare quell'urgenza, che non di rado consente abusi e stravolgimenti.
E sinceramente ci auguriamo che a Via Porta Nuova “si metta mano” solo per recuperarne il fascino antico e per creare un agevole percorso a piedi per i residenti oltre-torrente, che continuano ad utilizzarlo come secolare scorciatoia verso il Centro Storico, per i tanti turisti desiderosi di immergersi in atmosfere inconsuete e per chi dovrà allontanarsi dal rione in caso di terremoto (ricordiamo per altro che in caso di calamità si scappa a piedi!), non certo per parcheggiare qualche auto in più su ciò che resta dell'antica cinta muraria.


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