OPEN PATTI: Il dibattito Consiliare sulla crisi dell´industria a Patti
20-02-2015 17:31 - Open Patti: documenti condivisi
Mettiamo a disposizione di chi ci segue il resoconto del dibattito che si è svolto, nel Consiglio Comunale di Patti, il 3 febbraio scorso, sulla grave crisi occupazionale che sta colpendo il Paese Invisibile, a partire, naturalmente dal fallimento delle Ceramiche del Tirreno (ex-Ceramiche Caleca) e dal sequestro del suo stabilimento, che era stato affittato dalla società "Majolica Italiana srl".
Segnaliamo in allegato al resoconto consiliare il documento redatto dai lavoratori della Majolica, che, pur essendo ceramisti esperti, rischiano oggi di perdere definitivamente il proprio lavoro. In gran parte sono operai tra i 40 ed i 50 anni, lontani dalla pensione e senza alternative occupazionali credibili, che cercano di difendere, oltre ad un posto di lavoro stabile , il prodotto a cui hanno lavorato per anni, e di cui sono giustamente orgogliosi.
Tra il Consiglio ed il Sindaco sembra delinearsi invece una linea di demarcazione tra chi ancora crede che sia possibile battersi per la sopravvivenza dell'attuale fabbrica (colpita da una serie di sentenze del Tribunale, che rivelano una sostanziale indifferenza verso la realtà sociale che devastano) e chi dà per scontato che si possa voltare pagina, fiducioso nel "radioso futuro" di una nuova impresa (la "Ceramiche Siciliane Ruggeri"), che si pone in antagonismo con la vecchia realtà ma non assicura alcun futuro agli operai, anche perché, come dice il sindaco, "pare che ci siano processi produttivi diversi (?), rispetto a quelli già conosciuti dalla ex-Caleca".
Si auspica così un nuovo bando, "a canone simbolico" e senza condizioni, adatto insomma a quel "cavaliere bianco", che non vuole rischiare nulla, ma tenta di appropriarsi a costo zero di fabbriche in crisi e di un mercato internazionale consolidato.
Nel documento in pdf in fondo pagina il testo completo del dibattito.
Segnaliamo in allegato al resoconto consiliare il documento redatto dai lavoratori della Majolica, che, pur essendo ceramisti esperti, rischiano oggi di perdere definitivamente il proprio lavoro. In gran parte sono operai tra i 40 ed i 50 anni, lontani dalla pensione e senza alternative occupazionali credibili, che cercano di difendere, oltre ad un posto di lavoro stabile , il prodotto a cui hanno lavorato per anni, e di cui sono giustamente orgogliosi.
Tra il Consiglio ed il Sindaco sembra delinearsi invece una linea di demarcazione tra chi ancora crede che sia possibile battersi per la sopravvivenza dell'attuale fabbrica (colpita da una serie di sentenze del Tribunale, che rivelano una sostanziale indifferenza verso la realtà sociale che devastano) e chi dà per scontato che si possa voltare pagina, fiducioso nel "radioso futuro" di una nuova impresa (la "Ceramiche Siciliane Ruggeri"), che si pone in antagonismo con la vecchia realtà ma non assicura alcun futuro agli operai, anche perché, come dice il sindaco, "pare che ci siano processi produttivi diversi (?), rispetto a quelli già conosciuti dalla ex-Caleca".
Si auspica così un nuovo bando, "a canone simbolico" e senza condizioni, adatto insomma a quel "cavaliere bianco", che non vuole rischiare nulla, ma tenta di appropriarsi a costo zero di fabbriche in crisi e di un mercato internazionale consolidato.
Nel documento in pdf in fondo pagina il testo completo del dibattito.
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