La foto della settimana n° 70: Fascismi privati e pubbliche virtù

Sui muri del Paese Invisibile le uniche tracce del passato tenacemente difese e persino riproposte (in caso di ristrutturazione della facciata) sono i fasci littori. La memoria storica della borghesia pattese, infatti, è selettiva: può tollerare lo scempio di storiche piazze, la distruzione delle fontane e la spoliazione di antichi palazzi; attende, anzi, con ansia futurista che si radano al suolo gli ultimi resti del Centro Storico, sopravvissuti alle bombe americane del 1943 e al terremoto del 1978, per fare posto a forme più proficue di rendita urbana, ma si leva indignata e fremente se un´irriverente bomboletta anarchica oltraggia i simboli fascisti: gli unici che essa senta, sinceramente e profondamente, come suoi.
Impazza così da alcuni giorni, sui social network pattesi, la voce furente di probi cittadini, che agitano gli spauracchi della civiltà occidentale sotto attacco islamico, a difesa non del fascismo (per carità, il Paese Visibile fa sfoggio pubblicamente di virtù democratiche) ma della Storia, perbacco, e di quella con la S maiuscola del ventennio fascista!
Bisogna avere pazienza e comprensione: questo è un paese di impiegati pubblici e di commercianti, di grandi e piccoli imprenditori edili, moltiplicati da anni di speculazione, di professionisti per tradizione familiare e di antichi proprietari terrieri, da cui i giovani fuggono in cerca di lavoro e di dignità e in cui i proletari che restano sono costretti ad apprendere la secolare capacità di mimetizzazione degli Invisibili!
Non ci resta che ringraziare quella irriverente mano anarchica, che ha rivelato, almeno per qualche giorno, il celato vizio fascista della perbenista borghesia pattese!