LE TORTUOSE VIE DELL’ACQUA E DELL’INFORMAZIONE
21-02-2019 15:52 - Le inchieste
Ci sarebbe piaciuto che il grande clamore di stampa su giornali e siti web a carattere locale, con cui è stata pubblicizzata, l’8 febbraio scorso, a Patti, l’ordinanza sindacale di revoca del divieto di utilizzo dell’acqua del serbatoio Segreto per scopi potabili ed alimentari, ci fosse stato il 22 gennaio, nel momento in cui il divieto era stato posto. Allora, infatti, sarebbe stato essenziale per la salute di chi abita nei rioni colpiti essere informato del divieto. Allora, invece, non una riga, non un commento e, nelle zone interessate, neanche uno dei manifesti murali, pur espressamente previsti dalla stessa ordinanza. Allora si sono fatte sentire, via web, solo poche voci (tra cui la nostra): quelle di chi ha l’abitudine di leggere l’Albo pretorio del Comune e ha trovato a dir poco sconcertante la cappa di silenzio che copriva l’ordinanza sindacale con il divieto, emessa solo per obbligo di legge, dopo la comunicazione dell’ASP al Sindaco sul grave inquinamento dell’acqua, e rimasta valida per ben 17 giorni: 17 giorni in cui non solo per bere, ma anche per fare il caffè, cucinare la pasta e lavare le verdure la popolazione non avrebbe dovuto utilizzare l’acqua del rubinetto (che purtroppo, invece, è stata ampiamente utilizzata, per ignoranza del divieto o per mancanza di alternative).
La notizia della revoca, al contrario, è stata riportata dal più diffuso quotidiano locale addirittura con un giorno d’anticipo sulla pubblicazione all'Albo pretorio, accompagnata dall'informazione, proveniente dal Sindaco, sulla probabile causa della “presenza di batteri nel serbatoio”, da ricercarsi in “lavori sulla condotta di Via Pertini, durante i quali un po’ di materiale argilloso sarebbe finito nei tubi, venendo a contatto con l’acqua”.
Ora noi ci chiediamo, enciclopedia alla mano: perché dell’inerte materiale argilloso dovrebbe contenere colibatteri, che sono sempre di origine organica? Può capitare, solo se quell'argilla è stata a contatto con materiale fecale, ovvero con la fognatura. E’ possibile allora che durante i citati lavori in Via Pertini, che si trova più in basso del Serbatoio Segreto, si sia malamente forato lo strato di argilla, consentendo a liquidi fognari di contagiare la profonda condotta di alimentazione, che dalla centrale di sollevamento (posta nel letto del fiume Timeto), arriva prima al serbatoio San Giovanni ed è poi pompata verso il Segreto? Se è così ci chiediamo: si è proceduto, una volta accertato l’inquinamento del serbatoio Segreto, anche ad un controllo dell’acqua in uscita dal San Giovanni, che serve tutta la zona nuova di Patti? O ci si è limitati a fare il minimo indispensabile imposto dalla legge, dopo che il primo serbatoio era caduto casualmente sotto il controllo dell’ASP?
Per maggiore chiarezza, rifacciamo brevemente la storia dei lavori citati dal Sindaco in Via Pertini, eseguiti da una ditta privata ai primi di gennaio di quest’anno. Ben un anno prima, all'inizio del 2018, alcuni cittadini residenti in Via Pertini avevano segnalato una vistosa perdita d’acqua nella parte alta della strada, al confine tra i rioni San Giovanni e Segreto. Il Comune era intervenuto a maggio, ma non ne era venuto a capo e la strada continuava ad essere invasa da un flusso considerevole di acqua, come è ben visibile nella foto della Pagina Web “Patti24”. Dopo una mobilitazione degli abitanti ed una raccolta di firme, finalmente a dicembre l’Amministrazione affidava l’incarico ad una ditta privata (vedi Delibera di Giunta del 29/12/18 e relativa Determina dirigenziale del 31/12/18, che riportiamo entrambe in basso), giusto il giorno dopo che la ritardatissima approvazione del bilancio preventivo 2018 aveva consentito di affidare i lavori a pagamento a ditta esterna.
La riparazione ha riguardato esplicitamente (già nell'intestazione dei due atti amministrativi) il “ripristino della condotta forzata di adduzione al Serbatoio Segreto, guasta in località contrada Colonna di Via Pertini”, dunque più in basso sia del serbatoio Segreto che del San Giovanni. Un guasto che il dirigente del II settore del Comune aveva già individuato ed affidato a ditta esterna il 16 novembre, per inadeguatezza, pare, dei mezzi comunali, ma che aspettava la disponibilità immediata di soldi per concludersi. Una volta concluso, però, ha provocato la non potabilità dell’acqua del Segreto. E di quella del San Giovanni sapremo mai qualcosa? E inoltre: quali e quanti prelievi sono stati fatti, a riparazione avvenuta, sulle poche fontanelle sopravvissute nel Centro Storico? E perché il Comune avrebbe deciso contestualmente di lasciare definitivamente senz'acqua la Fontana Segreto, destinata dopo tanto tempo ad un restauro, che la trasformerà in muto monumento di pietra, in linea con la propensione per la natura morta di questa Amministrazione?
Ecco, ci sarebbe piaciuto che la stampa, a cui è giunto così tempestivamente il comunicato del Sindaco sulla revoca del divieto, si fosse posta queste stesse domande e le avesse poste al Sindaco e all'Ufficio Tecnico, invece di limitarsi a passare la velina. E ci piacerebbe che la tanto sbandierata trasparenza della P.A. portasse finalmente sui siti del Comune, dell’ASP e dell’ARPA le informazioni necessarie ai cittadini per tornare a consumare tranquilli l’acqua dei loro rubinetti.
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