GOVERNARE IL TERRITORIO O PREMIARE I SOSTENITORI?
09-01-2019 15:17 - Le inchieste
In un programma amministrativo ci si aspetta di trovare indicazioni su COSE da realizzare nel proprio territorio. Nella realtà, però (e di certo non solo in quella della nostra piccola cittadina), si trova più spesso, soprattutto nel Meridione d’Italia, la mappa di una rete di rapporti tra amministratori e PERSONE. Niente di male, si potrebbe obiettare, perché anche attraverso rapporti fiduciari e di stima si può praticare una collaborazione con privati cittadini di comprovata capacità, a cui si delega la realizzazione e la messa a punto delle scelte di governo.
Proviamo a verificare se questo è vero nel nostro paese, grazie ad un’eccezionale approvazione del bilancio preventivo 2018 da parte del Consiglio Comunale a soli 3 giorni dalla fine dell’anno, che ha costretto la Giunta a varare la mattina seguente quasi una cinquantina di delibere (seguite proprio nell'ultimo giorno dell’anno da altrettante determinazioni dirigenziali esecutive), che danno un interessante “colpo d’occhio” sul modo in cui questa amministrazione spende i soldi pubblici.
Non ci sorprende il fatto che un buon numero di delibere (e di relativi finanziamenti) serva a mantenere la struttura comunale (personale, edifici, mezzi in dotazione), dato che la quasi totalità del bilancio viene normalmente spesa a questo scopo: lo Stato alimenta innanzitutto se stesso. Allo stesso modo è normale che un’altra grossa fetta di stanziamenti vada alla manutenzione delle reti idrica, fognaria e stradale, anche se continui interventi in determinate zone autorizzano ad ipotizzare un’inefficacia del vistoso affannarsi nei rattoppi, laddove sarebbe più lungimirante programmare un rifacimento totale (sia pure a rate, ma non a macchia di leopardo) delle vecchie reti.
Segnaliamo in particolare (a titolo di esempio dei disastri annunciati) la prevedibile esplosione del tombino di raccordo tra le acque bianche di Via Verdi con quelle di Via XX Settembre, inevitabile (come già previsto da tecnici e operai, che se ne sono occupati durante l’interminabile rifacimento di “Piazza Niosi e vie adiacenti”), a causa del maggiore diametro delle tubature nuove, che convogliano anche le acque perdute della fonte Erbicelli, formando in quel punto una pericolosissima strozzatura.
Quello che sorprende, invece, è la misura ridottissima (in pratica un’elemosina) degli interventi a scopo sociale (persone bisognose, madri nubili, famiglie affidatarie di minori), di quelli sulle scuole (due sulla mensa, che essendo a pagamento si finanzia ampiamente da sé, e uno sugli arredi), a confronto dell’ampio budget destinato agli eventi di “promozione turistica” (dai 25.000 euro per la società Leave, che organizza da qualche anno in estate il discusso “Indiegeno Fest”, ai 17.600 assegnati all'Associazione “Santa Febronia”, per la festa della patrona a fine luglio, ai 13.000 stanziati per il “Teatro dei due Mari”, che cura il cartellone di spettacoli teatrali estivi). Ci si chiede infatti, al di là della destinazione effimera e festaiola, che bisogno ci sia, per attirare i turisti, di finanziare associazioni che si attivano una sola volta l’anno o che già vivono di sostegni regionali, per organizzare spettacoli in fondo modesti e di portata locale, che intercettano, in un mix spesso privo di logica, le turnée di messe in scena o concerti nati altrove e pensati per altri contesti e già di passaggio in tutta la Sicilia, che l’assessore al ramo potrebbe tranquillamente richiamare da solo, con la consulenza gratuita di qualche esperto e l’appoggio dell’efficientissimo settore spettacoli del Comune.
La risposta è proprio in quella rete di rapporti clientelari (è facile, infatti, per i paesani identificare i nomi o i gruppi dei beneficiati), che conferma il messaggio: “chi mi sostiene prima o poi sarà ricompensato”. Non esulano da questa logica i ben più modesti stanziamenti a scopo culturale (l’acquisto di poche copie di 2 saggi di storia locale), ricreativo (società sportive, feste di contrade) o emergenziale, come i 5.000 euro per nutrire i cani dei box comunali, affidati per il resto dell’anno alla generosità dei privati e premiati a Natale con un dono, che sembra diretto più alle poche persone disposte ad occuparsene al posto del Comune senza una regolare convenzione, che al reale mantenimento dei poveri animali.
A peggiorare questo scopo clientelare e non di governo delle spese comunali c’è poi il MODO in cui anche le opere strutturali vengono eseguite, attraverso ditte private scelte arbitrariamente. Quasi tutte le spese, infatti, grazie anche al frazionamento in più interventi di quelle maggiori, si mantengono al di sotto dei 40.000 euro, che rappresenta la soglia massima di spesa per consentire (grazie ad un Decreto Legislativo del 2017) l’affidamento diretto ad una ditta “senza previa consultazione di 2 o più operatori economici”. Sotto questo tetto, insomma, cova di solito nelle migliori delle ipotesi l’affidamento clientelare, nelle peggiori l’illecito.
Consideriamo ad esempio due delle maggiori opere finanziate a fine anno: una cifra considerevole (66.000 euro) è andata all'adeguamento di alcuni locali comunali destinati ad ospitare l’INPS (e già affidata per una cifra frazionata ad una ditta pattese con affidamento diretto) e ben 46.360 euro sono stati stanziati per la manutenzione delle aree verdi comunali (fino ad oggi devastate da tagli e potature selvagge) che dovrà essere affidata, per 38.000 euro, ad una ditta privata (naturalmente scelta, grazie all'entità al limite della soglia della spesa, dall'assessore al ramo con lo stesso metodo). Altre sei delibere riguardano piccole opere pubbliche, come un campetto di calcio alla Marina (circa 15.000 euro), il completamento del campo di calcetto nella contrada di San Giovanni (per 25.000 euro), il rifacimento di strade secondarie e di una Fontana del centro storico (6.000 euro). Opere dirette ad accontentare cittadini amici, che da tempo le richiedevano, e costruite senza dubbio da ditte amiche.
La Befana ha portato invece carbone non solo per i cittadini cattivi e criticoni, ma soprattutto per lo sviluppo armonico del territorio, sacrificato sull'altare delle logiche di parte e dell’affiliazione ai gruppi di potere e ben lungi dal poter trarre beneficio da quei progetti a lungo sbandierati, ma rimasti di fatto al palo o destinati a restarci, come il risanamento dal tanto amianto pubblico, escluso dal finanziamento regionale, la nebulosa creazione del Parco Archeologico, che non si capisce ancora che strade percorrerà, o la costruzione dell’acquedotto ad est del fiume Timeto, su territori incredibilmente ancora privi di acqua diretta, per i quali ci si è limitati a chiedere alla Cassa Depositi e Prestiti un poco probabile uso improprio di finanziamenti residuali.
E in questa fiaba Cenerentola difficilmente trionferà sulle sorellastre.