GLI INVISIBILI E LA DEMOCRAZIA
09-03-2013 09:07 - News Generiche
La democrazia rappresentativa, che di fatto dà solo la possibilità di contare con il voto, non piace molto agli invisibili pattesi: la loro tagliente ironia ne denuncia in modo pittoresco le promesse rituali, il sistema diffuso di corruzione, la sostanziale natura di spartizione del potere tra le diverse fazioni dei pattesi "visibili". Certo, sanno bene che quando il voto non c´era si stava anche peggio, perchè i potenti di turno non avevano bisogno neanche di salvare le apparenze e con grande ottimismo, nelle rare occasioni in cui si è presentata la possibilità di un cambiamento radicale (nell´immediato dopoguerra o dopo tangentopoli), hanno provato (purtroppo inutilmente) a cambiare.
Ma da qualche giorno, a Patti, il sistema della democrazia rappresentativa è pesantemente in crisi: 3 consiglieri comunali ed un ex-assessore sono stati arrestati e molte persone sono state denunziate (anche se appaiono poco chiare per ora le singole responsabilità). Se hanno compiuto davvero i reati di cui sono accusati, è tutto un sistema che è arrivato definitivamente al capolinea; se invece stanno sbagliando i giudici (magari per ragioni di parte) è anche peggio. La prudenza degli avversari politici può apparire come solidarietà di ceto o come ipocrisia. Il fatto che nessuno si sia assunto la responsabiità di una denunzia diretta, ma che si sia fatto scivolare il sospetto attraverso il pettegolezzo informatico, è avvilente.
Agli invisibili pattesi (al di là della rassegnazione) restano solo due alternative valide: abolire la democrazia (con i gravi rischi dello scontro diretto degli interessi che ciò comporta) o sperimentare la democrazia diretta, rivendicando con coraggio e pazienza spazi, tempi e modi di un governo collettivo.
Ma da qualche giorno, a Patti, il sistema della democrazia rappresentativa è pesantemente in crisi: 3 consiglieri comunali ed un ex-assessore sono stati arrestati e molte persone sono state denunziate (anche se appaiono poco chiare per ora le singole responsabilità). Se hanno compiuto davvero i reati di cui sono accusati, è tutto un sistema che è arrivato definitivamente al capolinea; se invece stanno sbagliando i giudici (magari per ragioni di parte) è anche peggio. La prudenza degli avversari politici può apparire come solidarietà di ceto o come ipocrisia. Il fatto che nessuno si sia assunto la responsabiità di una denunzia diretta, ma che si sia fatto scivolare il sospetto attraverso il pettegolezzo informatico, è avvilente.
Agli invisibili pattesi (al di là della rassegnazione) restano solo due alternative valide: abolire la democrazia (con i gravi rischi dello scontro diretto degli interessi che ciò comporta) o sperimentare la democrazia diretta, rivendicando con coraggio e pazienza spazi, tempi e modi di un governo collettivo.