FULMINI, PARASSITI E CEMENTO ARMATO
08-07-2016 18:38 - News Generiche
Abbiamo già denunciato, su questo sito, il taglio di due grandi palme centenarie nella Villa Comunale di Patti. Abbiamo detto come, più che i parassiti, le abbiano uccise l´incuria ed un´incomprensibile avversione dei nostri amministratori verso le cose antiche. Oggi, dopo aver letto (peraltro su sua esortazione) la Relazione Tecnica dell´agronomo incaricato dal Comune per la perizia sull´ultima palma abbattuta, non possiamo che sentirci ancora più allibiti, anche per la contraddittorietà tra quanto affermato dal tecnico e quanto fatto dall´amministrazione.
Due anni fa, su segnalazione di alcuni cittadini (e forse anche della persona che ha "adottato" la Villa con un disciplinare comunale, che gliene ha affidato la cura) era stato chiesto all´Assessore alla manutenzione del verde di verificare lo stato di salute della palma, sottoponendola ad eventuali trattamenti. Ci era stato detto allora che trattamenti sulla cima sarebbero stati troppo costosi, ma che si sarebbe provveduto a fare alcuni trattamenti nella parte intermedia del tronco, tramite iniezioni di sostanze che la pianta avrebbe poi trasportato in cima. A conferma di quanto fatto ci era stato segnalato un foro, utilizzato allo scopo.
Oggi l´agronomo, salito finalmente in cima alla palma, grazie ad un carrello che intanto l´amministrazione aveva già chiamato per l´abbattimento, scopre che la parte apicale sarebbe stata attaccata dal punteruolo (e non possiamo che fidarci della sua parola e di qualche foto, data la distruzione rapida di ogni prova) e si sarebbe inclinata. Ma agli amministratori serve una ragione per abbatterla completamente, per "togliersi il pensiero" di quel vecchiume che ritengono per ciò stesso pericoloso. Ecco allora che il nostro agronomo, trasportato a metà altezza del tronco, scopre un foro perfettamente rotondo, circondato da "tessuti carbonizzati". Il foro è lo stesso che da tempo ci era stato indicato come punto di iniezione di sostanze "curative" non meglio identificate.
"Folgorato" dalla scoperta di un fulmine anomalo (dato che normalmente le saette si scaricano sulla cima o lungo la corteccia in verticale), l´agronomo aggiunge alla diagnosi sul punteruolo quella sul pericolo di staticità della palma che, nonostante sia poi apparsa al taglio con una struttura perfettamente integra (come appare chiaramente nella foto), in quel punto, nonostante una circonferenza di 55 cm., "potrebbe spezzarsi".
Perché insistiamo su questa vicenda, che di veramente anomalo ha solo l´avversione dei nostri amministratori verso il proprio patrimonio comunale? Le palme centenarie della Villa non svetteranno più nel cielo del nostro Centro Storico, le prove di eventuali imperizie e di mancate cure sono distrutte, la Villa ci appare oggi così spoglia, che non riusciamo più a metterci piede (ma questo è un problema solo per chi non coglie la mordente avanzata del futuro in corso).
Cosa aggiungere allora? Un consiglio per i nostri solerti amministratori. Dato che tanto li preoccupa l´obsolescenza delle cose antiche, per cui tra breve devasteranno quel che resta del nostro Centro Storico, dovrebbero segnare con cura l´anno di costruzione di tanti bei palazzoni di cinque-sei piani, che campeggiano in centro paese e a Patti Marina, dato che le uniche strutture elevate che di sicuro rischiano il crollo sono, dopo solo 70 anni, quelle in cemento armato, soprattutto se costruite su terreni argillosi come quelli pattesi, che facilitano la risalita dell´umidità lungo i ferri delle travi, con un buon rischio di cemento depotenziato (venduto per anni dalle Cementerie Siciliane) e spesso sopra frane attive, che inarrestabili slittano lungo i fianchi delle nostre colline.
Davvero pensano che la "pubblica incolumità" sia messa a rischio dagli alberi?
Due anni fa, su segnalazione di alcuni cittadini (e forse anche della persona che ha "adottato" la Villa con un disciplinare comunale, che gliene ha affidato la cura) era stato chiesto all´Assessore alla manutenzione del verde di verificare lo stato di salute della palma, sottoponendola ad eventuali trattamenti. Ci era stato detto allora che trattamenti sulla cima sarebbero stati troppo costosi, ma che si sarebbe provveduto a fare alcuni trattamenti nella parte intermedia del tronco, tramite iniezioni di sostanze che la pianta avrebbe poi trasportato in cima. A conferma di quanto fatto ci era stato segnalato un foro, utilizzato allo scopo.
Oggi l´agronomo, salito finalmente in cima alla palma, grazie ad un carrello che intanto l´amministrazione aveva già chiamato per l´abbattimento, scopre che la parte apicale sarebbe stata attaccata dal punteruolo (e non possiamo che fidarci della sua parola e di qualche foto, data la distruzione rapida di ogni prova) e si sarebbe inclinata. Ma agli amministratori serve una ragione per abbatterla completamente, per "togliersi il pensiero" di quel vecchiume che ritengono per ciò stesso pericoloso. Ecco allora che il nostro agronomo, trasportato a metà altezza del tronco, scopre un foro perfettamente rotondo, circondato da "tessuti carbonizzati". Il foro è lo stesso che da tempo ci era stato indicato come punto di iniezione di sostanze "curative" non meglio identificate.
"Folgorato" dalla scoperta di un fulmine anomalo (dato che normalmente le saette si scaricano sulla cima o lungo la corteccia in verticale), l´agronomo aggiunge alla diagnosi sul punteruolo quella sul pericolo di staticità della palma che, nonostante sia poi apparsa al taglio con una struttura perfettamente integra (come appare chiaramente nella foto), in quel punto, nonostante una circonferenza di 55 cm., "potrebbe spezzarsi".
Perché insistiamo su questa vicenda, che di veramente anomalo ha solo l´avversione dei nostri amministratori verso il proprio patrimonio comunale? Le palme centenarie della Villa non svetteranno più nel cielo del nostro Centro Storico, le prove di eventuali imperizie e di mancate cure sono distrutte, la Villa ci appare oggi così spoglia, che non riusciamo più a metterci piede (ma questo è un problema solo per chi non coglie la mordente avanzata del futuro in corso).
Cosa aggiungere allora? Un consiglio per i nostri solerti amministratori. Dato che tanto li preoccupa l´obsolescenza delle cose antiche, per cui tra breve devasteranno quel che resta del nostro Centro Storico, dovrebbero segnare con cura l´anno di costruzione di tanti bei palazzoni di cinque-sei piani, che campeggiano in centro paese e a Patti Marina, dato che le uniche strutture elevate che di sicuro rischiano il crollo sono, dopo solo 70 anni, quelle in cemento armato, soprattutto se costruite su terreni argillosi come quelli pattesi, che facilitano la risalita dell´umidità lungo i ferri delle travi, con un buon rischio di cemento depotenziato (venduto per anni dalle Cementerie Siciliane) e spesso sopra frane attive, che inarrestabili slittano lungo i fianchi delle nostre colline.
Davvero pensano che la "pubblica incolumità" sia messa a rischio dagli alberi?