DIFFERENZIATA PRIVATIZZATA
18-03-2019 15:17 - Le inchieste
Da quasi 5 mesi gli abitanti di Patti sono impegnati a separare e gettare i rifiuti in modo differenziato, vagando per casa con l’immondizia in mano alla ricerca del contenitore giusto (tra i cinque ingombranti avuti in comodato d’uso dal Comune, impossibili da tenere tutti vicini, anche per chi dispone di ampie cucine), portando su e giù da casa a fuori i bidoni colorati (in alcune giornate anche due per volta), errando per strada alla loro ricerca, dopo le nottate di forte vento, e relegando negli angoli più remoti degli appartamenti (o nei balconi meno frequentati) il grigio dell’indifferenziata e il giallo di “plastica e metalli”, destinati ad ospitare per una settimana anche resti maleodoranti, che fino ad ottobre si portavano al cassonetto in giornata, dopo averli gettati nel bidone di casa con un rapido gesto della mano e con un comodo colpo di pedale (semplice e preziosa invenzione, che purtroppo manca negli attuali contenitori d’ordinanza). Ma la nuova fatica è ricompensata dalla neonata (o ritrovata) coscienza ambientalista dei pattesi e dalla speranza che prima o poi le tariffe TARI premieranno tanto impegno.
Certo c’è chi si ostina a rifiutare la novità imposta e con non minore impegno gira a sera o di buon mattino, con la macchina piena di fagotti clandestini, alla ricerca del luogo giusto per disfarsi del corpo del reato, sfidando la minaccia di severe sanzioni, agitata a dire il vero solo per qualche settimana e poi rimasta da parte, come i tristi sacchetti abbandonati ora dai proprietari e ignorati dalla ditta che cura la raccolta: cuccioli indesiderati che languiscono tristi e bordo strada o negli spazi verdi, da cui il Comune elimina radicalmente l’erba, ma non l’immondizia.
In ogni caso il Sindaco ha assicurato più volte (senza mai citare, purtroppo, dati certi) che l’indifferenziata conferita in discarica è vistosamente diminuita: un’ovvietà a cui si dovrebbe accompagnare il calcolo di quella spalmata illegalmente sul territorio e soprattutto la verifica che la differenziata sia stata fatta bene e cioè che non ci sia il rischio (già verificatosi in passato) che i Consorzi di trasformazione respingano indietro carichi “sporcati” da materiali non idonei, dato che in questa prima fase sperimentale i tempi serrati della raccolta hanno consentito solo controlli a campione, in quella corsa contro il tempo, complicata dalle tante deroghe alle regole iniziali, elettoralmente vantaggiose per gli Amministratori, ma che hanno costretto gli operatori anche a lunghi percorsi a piedi, inizialmente non previsti.
Di certo sappiamo solo che il Comune, ad appena 3 mesi dal contratto iniziale con il gestore dell’appalto, ha preparato una decina di giorni fa uno “Schema di convenzione” annuale (che alleghiamo a fondo pagina), con cui alle ditte private che curano la raccolta si affidano anche i guadagni derivanti dalla consegna dei rifiuti differenziati ai consorzi CONAI (imballaggi di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro) e RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) e ci si impegna a pagare ai due privati il trasporto della frazione organica in un impianto idoneo al costo di 145 euro a tonnellata.
Non mettiamo in dubbio l’efficienza dimostrata in questi mesi dalle due ditte private, né l’evidente incapacità e la totale indifferenza di questa Amministrazione nel gestire direttamente il riciclaggio. Ci sembra però che questa scelta penalizzi gravemente i cittadini (che al contrario del Comune stanno dimostrando, con le prevedibili eccezioni, un impegno encomiabile), privandoli di quei vantaggi materiali che il riciclo comporta. Perché è evidente (e cercheremo di dimostrarlo con i dati, quando saranno tutti disponibili) che se non si paga più la discarica per distruggere i rifiuti ed anzi si viene pagati dai Consorzi per il loro riciclo, c’è nel differenziare, oltre alla soddisfazione morale, anche un guadagno materiale, che così facendo però si sottrarrà alla collettività.
Privatizzare è comodo per gli amministratori, vantaggioso per le ditte private, ma costoso per i cittadini.
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