Consulte Territoriali, Democrazia partecipata e Democrazia diretta
04-02-2017 19:33 - News Generiche
Le Consulte Territoriali dei cittadini non saranno cancellate dal nuovo Statuto di Patti, come era stato proposto dall´Amministrazione locale. Pochi giorni fa, infatti, il Consiglio Comunale all´unanimità ha ripristinato, per le Consulte, il vecchio testo dello Statuto, accogliendo le richieste del Coordinamento cittadino e mantenendo questo originale spazio di democrazia partecipata, aperto due anni fa dallo stesso Consiglio in collaborazione con i cittadini.
L´Amministrazione, però, ha già fatto sapere che il nuovo Bando per il rinnovo delle Consulte non sarà emanato prima di una revisione del Regolamento comunale sugli Istituti di Partecipazione, che ne definisce struttura e funzionamento. Si apre, dunque, un secondo livello di confronto, che ci auguriamo breve, in cui cercheremo di capire cosa il Sindaco, tramite la propria maggioranza consiliare, voglia cercare di modificare di queste Consulte Territoriali, che conferma in ogni caso di gradire poco.
Concordiamo con lui sul fatto che questo innovativo strumento di partecipazione ha presentato luci ed ombre (anche se non sono probabilmente le stesse che vi ha visto lui): se, infatti, secondo noi, questo istituto di democrazia partecipata ha saputo risvegliare nei cittadini la voglia di discutere autonomamente sui problemi del territorio e la speranza di poter suggerire soluzioni concrete, al di fuori dei consueti canali dello scambio politico, si è poi trovato spesso bloccato da un´estenuante contrattazione con il governo locale e, in qualche caso, ha sperimentato anche al proprio interno la sterilità di una democrazia solo formale.
Noi riteniamo comunque che l´esperimento meriti di essere portato avanti, in quanto mezzo di crescita della coscienza collettiva e di comunicazione costante tra governanti e governati, ma, accanto alla battaglia per tutelare e perfezionare la democrazia partecipata espressa dalle Consulte, pensiamo che vada aperto oggi un nuovo spazio comune, in cui la democrazia sia diretta e sostanziale e le proposte possano diventare concreta trasformazione della gestione del territorio, specialmente in un momento in cui, con l´imminente ridefinizione del Piano Regolatore Generale e la messa in atto delle nuove leggi sui Centri Storici, si apre nella nostra cittadina una fase di riorganizzazione socio-economica.
Chiameremo questa nuova forma organizzativa R.I.D.D.A., con un acrostico che evoca un´antica danza di piazza medievale, eseguita in cerchio dai partecipanti tenendosi per mano, ma che per esteso vuol dire: Rete di Iniziative Dirette Decise dagli Abitanti. Spieghiamo meglio: il termine RETE indica una struttura che sarà priva di gerarchie e formata da iniziative autonome ed autogestite, capaci di mantenere però un collegamento di informazione e di sostegno reciproco e di scambio di esperienze. Queste INIZIATIVE DIRETTE non prevederanno richieste di intervento delle istituzioni, né si sostituiranno al Comune nella gestione dei servizi essenziali, ma realizzeranno concretamente una serie di progetti, che prefigurino una coerente organizzazione economica e culturale del territorio. Le iniziative saranno DECISE o condivise nel modo più ampio possibile dagli ABITANTI, un termine che sostituisce quello di cittadini, usato nelle Consulte, per includere tutte le persone che, a qualsiasi titolo, vivono nel luogo in cui le iniziative saranno prese: poco importa rispettare formali incasellamenti burocratici, quanto ricomporre territori e soggetti con storie e caratteristiche condivise o condivisibili.
Perché il progetto non sembri irrealizzabile, ricordiamo non solo l´esempio del Mercato delle Erbe, che la nostra associazione ha già sperimentato per due volte e che sarà ripreso e perfezionato a inizio primavera, ma molte altre proposte che sono state già avanzate, come quelle sugli orti urbani, sugli itinerari turistici autogestiti dagli abitanti, sulle forme di assistenza agli animali randagi o sulla manutenzione autonoma delle strade non consegnate al Comune dalle ditte appaltanti. La voglia di fare delle persone e le idee nuove che sapranno esprimere troveranno spazi sconfinati nelle omissioni del governo locale, più attento talora a circoscritti vantaggi privati anziché alla gestione degli interessi comuni.