1° maggio: l´esempio francese e i precari pattesi del Jobs Act
30-04-2016 09:03 - Le inchieste
Lotta alla disoccupazione o allargamento dell´area della precarietà? Una legge simile alla riforma del lavoro (il cosiddetto Jobs Act), già approvata in Italia tra il 2014 ed il 2015, accende oggi, nelle piazze francesi, la rabbia e la resistenza di operai, studenti e sindacati, pronti a ridare alla ricorrenza del 1° maggio il senso originario della lotta. E secondo noi più che giustamente. Consideriamo, infatti, che effetti ha prodotto solo a Patti questa riforma del lavoro nel suo anno e mezzo di applicazione.
Avevamo già sottolineato (vedi nella sezione "Inchieste" di questo sito, quella su "Il lungo autunno delle fabbriche pattesi" del febbraio 2015) come il fallimento della fabbrica Caleca, strenuamente voluto dal principale creditore di questa storica ditta pattese di ceramiche, e l´apertura di un nuovo stabilimento nello stesso settore da parte dello stesso creditore (limitato per il momento alla semplice decorazione dei manufatti) avessero prodotto, in termini occupazionali, solo una scomparsa di posti stabili (una trentina al momento della chiusura) e la precarizzazione di quella decina di operai riassunti, esposti sempre ad un facile licenziamento, nel momento in cui la fine delle sovvenzioni statali azzererà il vantaggio delle nuove assunzioni.
Richiamiamo oggi l´attenzione anche su un altro gravissimo licenziamento di massa, prodotto a Patti dall´approvazione del Jobs Act: quello dei dipendenti del supermercato DESPAR, il cui imprenditore, poco dopo, ha riaperto lo stesso punto vendita assumendo giovani operai con il nuovo contratto "flessibile", a poche centinaia di metri da quello appena chiuso. Ricordiamo anche il rammarico unanime delle autorità cittadine in quell´occasione, concretizzatosi in una delibera del Consiglio Comunale e in una mediazione (poco proficua, a dire il vero) del Primo Cittadino.
Che pensare, però, oggi, mentre gli ex-dipendenti Despar si arrangiano come possono, nel vuoto di lavoro del Meridione, del fatto che il nuovo supermercato è stato aperto al pianoterra di un edificio che dovrebbe ospitare (con tanto di variazione della sua destinazione d´uso già votata dal Consiglio Comunale) il locale liceo scientifico - privo da anni di una sede pubblica ed oggetto del desiderio di vari proprietari di immobili privati - occupando i locali in cui si sarebbe dovuta creare la palestra?
E come non stupirsi del fatto che l´Amministrazione pattese abbia voluto premiare lo stesso imprenditore, proprietario di una catena di supermercati in tutta la provincia di Messina, assegnando alla sua "Sicilia Mart srl", che ha sede nello stesso stabile, l´appalto per la fornitura delle mense scolastiche? Avranno pensato: visto che ha già i piedi nella scuola, perché non consentirgli di mettere le mani anche sulla mensa scolastica?
Il tutto, ufficialmente, in nome del lavoro, del rapporto scuola-lavoro e, soprattutto, della flessibilità. Il tutto, concretamente, in nome di un sodalizio tra imprenditori privati ed istituzioni pubbliche fondato essenzialmente sulla tutela del profitto e della rendita privati e sull´abbandono al proprio destino dei lavoratori.
Avevamo già sottolineato (vedi nella sezione "Inchieste" di questo sito, quella su "Il lungo autunno delle fabbriche pattesi" del febbraio 2015) come il fallimento della fabbrica Caleca, strenuamente voluto dal principale creditore di questa storica ditta pattese di ceramiche, e l´apertura di un nuovo stabilimento nello stesso settore da parte dello stesso creditore (limitato per il momento alla semplice decorazione dei manufatti) avessero prodotto, in termini occupazionali, solo una scomparsa di posti stabili (una trentina al momento della chiusura) e la precarizzazione di quella decina di operai riassunti, esposti sempre ad un facile licenziamento, nel momento in cui la fine delle sovvenzioni statali azzererà il vantaggio delle nuove assunzioni.
Richiamiamo oggi l´attenzione anche su un altro gravissimo licenziamento di massa, prodotto a Patti dall´approvazione del Jobs Act: quello dei dipendenti del supermercato DESPAR, il cui imprenditore, poco dopo, ha riaperto lo stesso punto vendita assumendo giovani operai con il nuovo contratto "flessibile", a poche centinaia di metri da quello appena chiuso. Ricordiamo anche il rammarico unanime delle autorità cittadine in quell´occasione, concretizzatosi in una delibera del Consiglio Comunale e in una mediazione (poco proficua, a dire il vero) del Primo Cittadino.
Che pensare, però, oggi, mentre gli ex-dipendenti Despar si arrangiano come possono, nel vuoto di lavoro del Meridione, del fatto che il nuovo supermercato è stato aperto al pianoterra di un edificio che dovrebbe ospitare (con tanto di variazione della sua destinazione d´uso già votata dal Consiglio Comunale) il locale liceo scientifico - privo da anni di una sede pubblica ed oggetto del desiderio di vari proprietari di immobili privati - occupando i locali in cui si sarebbe dovuta creare la palestra?
E come non stupirsi del fatto che l´Amministrazione pattese abbia voluto premiare lo stesso imprenditore, proprietario di una catena di supermercati in tutta la provincia di Messina, assegnando alla sua "Sicilia Mart srl", che ha sede nello stesso stabile, l´appalto per la fornitura delle mense scolastiche? Avranno pensato: visto che ha già i piedi nella scuola, perché non consentirgli di mettere le mani anche sulla mensa scolastica?
Il tutto, ufficialmente, in nome del lavoro, del rapporto scuola-lavoro e, soprattutto, della flessibilità. Il tutto, concretamente, in nome di un sodalizio tra imprenditori privati ed istituzioni pubbliche fondato essenzialmente sulla tutela del profitto e della rendita privati e sull´abbandono al proprio destino dei lavoratori.